Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Pubblicato il
16 Settembre 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Insieme

Ogni cambiamento ha bisogno di un intervento educativo che coinvolga tutti. Come afferma il noto proverbio africano: per educare un bambino serve un intero villaggio.

Il nostro Vescovo ha proposto una lettera alla Diocesi per raccogliere alcune indicazioni pastorali per il prossimo anno. Il titolo è “Servire la vita, servirla insieme”.

Noi non siamo abituati a lavorare insieme.

Io devo confessare che spesso, per fare le cose più alla svelta e meglio, così almeno presumo io, le faccio da solo, senza consultazioni. Ma mi rendo conto che questa cattiva abitudine non fa crescere nulla e nessuno.

Nel titolo della lettera del Vescovo credo che la parola chiave sia proprio “insieme”, una parola semplice, ma molto impegnativa. Fare le cose insieme è più faticoso, ma è più bello.

C’è un altro proverbio usato in Africa che dice. “Se volete andare in fretta, andate da soli; se volete andare lontano, andate insieme”.

Il Vescovo ci esorta dunque a servire la vita insieme. Ma cosa significa stare insieme? Vivere insieme?

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Pubblicato il
9 Settembre 2023
in Storie di fede e Riflessioni

La vocazione

C’è sempre una visione un po’ distorta intorno a questa parola. Mi ha sempre colpito il confronto di due modelli che compaiono nella Bibbia e che possono rappresentare un aiuto a dipanare dubbi e perplessità circa il tema della vocazione.

Il primo modello è quello del profeta Geremia e il secondo quello del profeta Isaia. Si tratta dei due principali profeti della Sacra Scrittura.

Geremia è l’uomo di Dio che visse a Gerusalemme nel 650 A.C. circa, si fece portavoce della Parola del Signore per la conversione del popolo. In pratica nessuno lo ascolta, muore lapidato dai suoi connazionali che non ne potevano più dei suoi rimproveri. Nel primo capitolo del suo libro Geremia racconta la storia della sua vocazione. Gli dice il Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato, ti ho stabilito profeta delle nazioni. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti”. Potremmo dire che quella di Geremia è una vocazione diretta, anzi direttissima. Il profeta accoglie la volontà del Signore che gli viene comunicata in modo chiarissimo, senza ombra di dubbio.

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Pubblicato il
2 Settembre 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Fate questo in memoria di me

Ogni sacerdote deve redigere un diario quotidiano relativo alla celebrazione delle Messe indicando l’intenzione per la quale si celebra, l’offerta ricevuta ed il luogo della celebrazione.

In questi giorni di fine estate sto dando uno sguardo alla colonna del “dove” e leggo di aver celebrato in luoghi più disparati: in parrocchia, ovviamente, nella Casa Accoglienza Anziani, al cimitero. Ho celebrato al mare sulla spiaggia con gli adolescenti, la chiesa l’ha progettata e costruita il Signore stesso: le pareti sono colline, l’abside il mare e il soffitto il cielo. Ho celebrato a Lourdes nella grotta di Massabielle con i giovani della diocesi nella tappa verso la GMG ed il giorno successivo  in una sala d’albergo con il Vescovo e pochi sacerdoti. Ho celebrato a Sao Mamede, il magnifico paese in cui le famiglie hanno fatto i salti mortali con il sorriso sul volto per accogliere i giovani di Bergamo nelle case, nelle palestre e nelle scuole, lì con il Vescovo e una sessantina di preti prima di raggiungere Lisbona, per tre giorni abbiamo celebrato l’Eucarestia dopo le catechesi. Abbiamo celebrato sulla spianata della Grazia a Lisbona con il Papa nella GMG, lì c’era davvero il mondo. Abbiamo celebrato a Barcellona, nella basilica, unica e straordinariamente bella della Sagrada Familia, a conclusione della GMG. Ho celebrato nei monasteri benedettini della Germania, del Belgio, della Francia e della Svizzera in un viaggio di preghiera e di condivisione con i monaci; messe curate nei particolari della liturgia e dei canti, celebrazioni intrise di gregoriano in chiese antichissime. Ho celebrato nel Carmelo di Santa Teresina di Lisieux, silenzio e nascondimento.

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Pubblicato il
26 Agosto 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Due anime nella stessa Chiesa

Vedendo la grandezza dei monasteri benedettini e la piccolezza di Lisieux ho pensato che la grazia di Dio è come l’acqua che fa crescere frutti diversi. La presenza massiccia dei monaci che oltrepassa i secoli e la via dell’infanzia che fa scomparire Teresa. La centralità dei giganti santi e il cuore missionario della ragazza del Carmelo. La Grazia è la stessa ma i frutti sono diversi.

La Chiesa è proprio bella perché l’unità e la diversità stanno insieme in armoniosa sintesi.

Nell’ellisse del viaggio europeo, pensato da Rumiz e replicato da noi, dilettanti, in visita ai monasteri, dall’ Abbazia di Wandrille, abbiamo scelto di fare una deviazione a Lisieux.

La Santa del primo ottobre chiama ad un incontro con l’anima femminile e innocente della chiesa. Se nei monasteri incontriamo uomini, a volte rudi e senza fronzoli, a Lisieux incontriamo una donna sorridente, tenera e silenziosa. La sua grande lezione si raccoglie intorno a tre aspetti. L’esperienza personale dell’amore de Signore, fare straordinariamente bene le cose ordinarie e spargere nel mondo il buon profumo di Cristo, anche se si vive raccolti nella cella di un convento.

In obbedienza a Benedetto i monaci si occupano di preghiera e di lavoro dando una testimonianza concreta di una vita bella, buona e felice. Teresa come una bambina su nasconde, gioca con Dio e inventa una santità “normale”. In ogni monastero quando muore una sorella la superiora di impegna a riassumere in una paginetta la vita della congiunta. Accadde che una sua consorella una volta si lasciò scappare questa domanda: Cosa dirà la superiora al funerale di Teresa? Per dire che nella sua vita pareva non esserci proprio nulla di significante.

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Pubblicato il
19 Agosto 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Il genio umano e spirituale di Blaise Pascal

In questi giorni sto spiluccando un libro di Pascal, l’illustre matematico e scienziato, il fine pensatore, filosofo e teologo vissuto in Francia (1623 – 1662), autore di un volume intitolato “Pensieri”, pubblicato dopo la sua morte, una raccolta di riflessioni, mille domande esistenziali e altrettanti tentativi di trovare risposte. Pascal rimase orfano di madre quando aveva appena tre anni e suo padre decise di occuparsi personalmente dell’educazione dei suoi tre figli. Quando era adolescente Pascal costruì la sua prima “macchina calcolatrice”.

Quando aveva trent’anni fu coinvolto in un incidente: i cavalli che trainavano la sua carrozza finirono oltre il parapetto di un ponte. Da quel tragico incidente pascal prese la netta decisione di abbandonare la scienza e la matematica per dedicare tutte le sue energie alla teologia.

Pascal muore giovane, a soli 39 anni, a causa di una malattia che lo ha perseguitato fin da bambino. Trascorre gli ultimi anni della sua vita come un asceta, trascorrendo le sue giornate a meditare, a pregare e a scrivere.

Condivido alcune frasi di Pascal tratte da “Pensieri”, frasi divenute celebri per la loro profondità spirituale.

 Tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. Che fatica per l’uomo, soprattutto nel nostro tempo, a raccogliersi, a rientrare in se stessi a fare l’esame di coscienza, a vivere minuti di silenzio nella propria stanza senza guardare i dispositivi da cui sempre più dipendiamo. Se tutta la nostra infelicità dipende dal non riuscire a vivere questo raccoglimento, potremmo dire che la nostra felicità dipende dal saper fare … l’esame di coscienza.  

 Dio non costringe nessuno a credere. Infatti c’è luce sufficiente per chi vuol credere; ma c’è buio sufficiente per chi non vuol credere. La libertà è il dono più grande che Dio ci ha fatto. Ma è anche una grande responsabilità. Liberi di scegliere se credere o no, liberi di scegliere tra la luce e i buio. Continua la lettura →

Pubblicato il
12 Agosto 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Il cielo sopra Lisbona

Rubo questo titolo al giornale Avvenire che in occasione della Giornata Mondiale dei Giovani ha pensato ad una puntata radiofonica quotidiana per raccontare ciò che avveniva a Lisbona intervistando giovani e testimoni diversi sul senso di questo raduno straordinario.

Il cielo sopra Lisbona è stato pieno di colori, bandiere, nuvole, ma soprattutto di sogni.

Raccolgo in alcune immagini l’intensità di queste giornate vissute sotto il cielo di Lisbona.

Giovani convocati.

La GMG nasce dalla precisa volontà della chiesa di chiamare i giovani, di farli stare insieme, di creare le condizioni per aiutarli ad esprimere la fede sdoganandola dalla forma privatistica in cui spesso si rinchiude.

Quando i giovani vengono chiamati rispondono. Chiaramente l’esito futuro è proporzionato a quanto ciascuno è stato disposto a mettersi in gioco, ad ascoltare e a lasciarsi provocare.

Più giovane dei giovani.

Con queste parole il Cardinale di Lisbona ha accolto è definito Papa Francesco. Con molta ironia il Papa stesso scuote i giovani affinché non vivano da pensionati abbarbicandosi al divano. La caratteristica principale della giovinezza non è il dato anagrafico ma la consistenza dei sogni. Per questo Francesco è più giovane dei giovani anche se cammina con fatica ed è curvato dagli anni.

Un milione e mezzo in assoluto silenzio.

Tra le cose che ai giovani è piaciuta di più anche se è stata stancante, è stata la Veglia di Sabato sera. Dopo le parole del Papa è stata introdotta l’Eucarestia e per l’adorazione e istantaneamente tutti si sono composti in un silenzio assordante. Molti dicono che è difficile che la fede nasca in una GMG ma quei minuti di silenzio sono stati davvero promettenti come un seme.

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Pubblicato il
5 Agosto 2023
in Storie di fede e Riflessioni

200

Mila euro. Tanti sono i soldi che abbiamo raccolto, fin ora, per il restauro della Chiesa parrocchiale.

Condivido alcune considerazioni per sottolineare l’importanza di questo traguardo.

Innanzitutto la durata della raccolta, iniziata a Giugno dello scorso anno. In poco più di un anno abbiamo raggiunto un grande obiettivo.

Questo è segno di un concorso rapido che ha spinto molte persone a sentirsi partecipi dello stesso progetto.

In secondo luogo è da sottolineare la tipologia delle offerte liberali. Sono pressoché tutte elargite da fedeli privati, nel senso che non c’è stata l’offertona di uno, ma piccole offerte di molti. Piccole per modo di dire: c’è chi ha offerto 100 euro e chi ne ha offerto mille, due, tre, dieci mila. Anche questo a mio parere è un aspetto rassicurante perché è sintomo di corresponsabilità: alla chiesa ci teniamo tutti, per una questione di sicurezza e di ripristino estetico. La chiesa i cristiani di san Giuseppe la sentono come la loro casa, una casa donata nella quale ritrovarsi per celebrare il loro Signore.

Un terzo aspetto è la sintesi tra i complimenti e la gratitudine. So bene che non è per questo che i fedeli di Dalmine si muovono. Tuttavia penso che ogni tanto sentirsi dire “Bravi!” faccia bene anche alla comunità.

Un ultimo aspetto riguarda le prossime azioni future. Stiamo raccogliendo i preventivi per approntare l’intervento all’interno della Chiesa, intervento relativo all’impianto elettrico, alla tinteggiatura, al restauro degli affreschi soprattutto quelli ammalorati e a eventuali altre opere, intervento che abbiamo intenzione di realizzare nei prossimi mesi.

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Pubblicato il
4 Agosto 2023
in Primo piano, Proposte per gli adolescenti

Campo estivo adolescenti a Cupra Marittima 2023

Come l’anno scorso, dopo la fine del cre, ho trascorso una settimana al mare con gli animatori, questa volta però a Cupra Marittima. Ho deciso di rifare questa esperienza, perché mi ero divertita a Sestri, era stato bello condividere sorrisi e scherzi con gli animatori, soprattutto avevo fatto nuove conoscenze e amicizie. Quest’anno non è stato da meno. Ho condiviso anche qui risate e scherzi, e ho conosciuto nuove persone e rafforzato alcune amicizie.
Tra giochi e attività, ci siamo tutti divertiti tanto. Mi sono trovata davvero bene durante il campo estivo. In generale è un’esperienza da rifare e riproporre, perché ti permette di stare insieme, di condividere momenti belli e brutti, ma soprattutto è un’opportunità di crescita personale.

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Pubblicato il
2 Agosto 2023
in I grandi eventi, Primo piano, Proposte per i ragazzi

Campo estivo Medie a Lignano Sabbiadoro 2023

Il 26-27-28-29 Luglio 2023, un gruppo di ragazzi dalla 5 elementare alla 3 media hanno vissuto l’esperienza del campo estivo a Lignano Sabbiadoro, il tema che ci ha accompagnato durante questi giorni era “il prendersi cura.”  Alcune riflessioni da parte dei ragazzi e animatori, di come hanno vissuto questa esperienza:

Ho imparato che se anche siamo in pochi ci si può divertire tanto. Ho imparato a fare più movimento e ho ricevuto tanti consigli utili per la vita. Ho imparato a fidarmi e ad aprirmi di più con le persone, a mettermi in gioco di più, ho capito anche che la compagnia di persone che ti stanno vicine è molto importante, mi ha insegnato la bellezza del ridere e dello  stare insieme, del condividere emozioni, sentimenti, divertimento, momenti belli e momenti brutti. Mi ha permesso di fare amicizie, ma soprattutto di crescere, di essere indipendente e responsabile. Cresci tu e allo stesso tempo aiuti gli altri a crescere. Ho imparato che ci si deve fidare delle persone. Ho imparato che per stare bene con gli altri basta poco, rispettarsi e rispettare. Ho imparato l’importanza di stare con altre persone, di essere altruista e non pensare solo a se stessi anche se qualche volta abbiamo bisogno di pensare anche un po’ a noi. Ho imparato a stare con gli altri e godermi il tempo insieme. Ho imparato l’amicizia, a convivere con gli altri perché prima di pochi giorni fa non ho mai vissuto 4 giorni con dei miei amici e anche con gente che non conoscevo.

Sono riuscito a donare a tutti almeno un sorriso. Sono riuscito a pensare non solo a me, ma anche un po’ a tutti. Ho donato ,ai miei amici che sono stati qua a Lignano, l’amicizia e la bontà come avevo promesso. Spero di essere riuscita a trasmettere ciò che mi ero ripromessa, ovvero la mia presenza: intesa come un esserci per gli altri, qualora ne avessero avuto bisogno o anche solo per stare un po’ in compagnia. Il mio dono per i ragazzi era il mio “altruismo” perché per venire in vacanza in qualità di animatore bisogna mettersi in gioco con chiunque di loro ed essere sempre disponibile in ogni momento della giornata, dalla colazione alla cena, dai momenti di gioco e dai momenti  non organizzati cioè di relax. Sono riuscito a donarlo perché durante il cre ho capito quanto sia importante l’altruismo e il prendersi cura dell’altro in ogni circostanza; ovviamente non soffocandolo di attenzioni, ma aiutando in quei momenti  in cui la persona non si sente bene o in qualche momento dove capisci che si potrebbe allontanare perché non le piace ciò che stiamo facendo. Il fatto dell’altruismo l’ho capito anche grazie a questo percorso di animatore al campo estivo, mettendomi nei panni di voi coordinatori e capendo quanto possa essere difficile essere sempre attento in ogni momento e quanto sia bello il fatto di vedere i ragazzi arrivare all’inizio della vacanza e percepire in loro un cambiamento tramite le attività e i momenti insieme.

È stata un esperienza divertente che sicuramente rifarei perché mi è piaciuto stare in compagnia, questa esperienza fantastica mi ha fatto riscoprire delle persone che non conoscevo e che alla fine sono riuscito ad avvicinare, sono molto contento di aver passato questo tempo con questa famiglia di amici. Ho avuto modo di sorridere e scherzare con molte persone al mio fianco. La rifarei perché vorrei ripassare questi bellissimi momenti insieme ai ragazzi perché da ognuno ho imparato qualcosa e vorrei avere altre lezioni di vita da altri ragazzi diversi da loro. Ho rafforzato i legami che avevo instaurato durante il cre e ne ho riscoperti altri. Se mi dessero ora la possibilità di rifare quest’esperienza la coglierei all’istante senza pensarci 2 volte.  Mi ha fatto molto riflettere questi giorni, con le attività organizzate, su cose a cui non avevo pensato perché le davo per scontate. Questa esperienza sono sicura che mi aiuterà negli anni a venire.

 

Grazie a tutti.

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Pubblicato il
29 Luglio 2023
in Storie di fede e Riflessioni

Prenderci cura della nostra terra

In un campo estivo con gli adolescenti succedono sempre tante cose. Con 50 ragazzi siamo stati una settimana a Cupra Marittima, vicino a San Benedetto del Tronto. Il tema della settimana é stato lo stesso del CRE nel quale gli adolescenti si sono prodigati come animatori: la cura.

In particolare c’è stato un giorno nel quale per approfondire il tema della cura per il creato abbiamo vissuto una visita alla città  di L’Aquila una terra ferita per il terremoto. In particolare abbiamo incontrato un giovane sacerdote, don Federico, che ha condiviso con noi un’appassionata testimonianza. Ai ragazzi è piaciuto il racconto personale del ricordo del terremoto del 2009.

A cambiare la vita delle persone non sono i fatti ma le scelte. Questo in sintesi il suo pensiero. Le cose che accadono possono incutere paura, deprimere, togliere la speranza. Sono invece le scelte che si possono compiere che responsabilizzano e permettono di dare un senso a tutto ciò che accade.

Altro aspetto della testimonianza è che, anche se non ci pensiamo, nel giro di alcuni minuti tutto può cambiare.

Nel terremoto questo abbiamo sperimentato, dice don Federico, la vita ha i giorni contati e non si può perdere tempo.

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