Con la pagina della risurrezione dell’amico Lazzaro si conclude la trilogia che preparava i catecumeni a ricevere il Battesimo. I tre contenuti sono i temi maggiori del Battesimo: l’acqua (la donna samaritana al pozzo, la luce (la guarigione del cieco nato) e la vita (la risurrezione di Lazzaro). L’acqua della salvezza, la luce della fede e la vita eterna.
Il racconto di Lazzaro è straordinario: la prima cosa sorprendente di questo racconto è che Gesù quando apprende la notizia che uno dei suoi migliori amici è malato e sta morendo, non fa nulla. È il mistero dell’apparente silenzio di Dio. È un silenzio assordante quello di Dio di fronte alla morte dell’uomo. Capiremo dopo che il silenzio di Dio è il segno della sua potenza: Gesù è il Signore della storia, del tempo.
Gesù poi dirà: io sono la risurrezione. Cioè la risurrezione non è un’idea teorica, non è un concetto, la risurrezione è Gesù. Credere nella risurrezione vuol dire credere in Gesù. E viceversa. Tutto passa. Noi moriamo, ma chi è aggrappato a Gesù, viene con Lui trasportato oltre la morte, là dove la vita non muore.
Questo brano in secondo luogo ci comunica qual è la concezione di Gesù della morte. «Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s’è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate
Gesù pensa alla morte come all’addormentarsi. Chi si addormenta spera di risvegliarsi. I pagani chiamavano il luogo dove venivano posti i morti “necropoli”: città dei morti. I cristiani hanno cominciato a chiamarlo “cimitero”, che letteralmente significa dormitorio.
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